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“Una parola per descrivere questa Tirreno Adriatico? Selvaggia”

56a Tirreno Adriatico
Tappa 7: San Benedetto del Tronto – S. B. del Tronto (10,1 km)

La fine della strada è arrivata. Un viaggio intenso e impegnativo. Un viaggio con sorrisi e lacrime, grandi gioie e piccole tragedie. Dove il podio è stato calpestato o le cadute ci hanno privato del capitano e della sua velocità. Un grande viaggio, in ogni caso. Tale è stata la prima corsa a tappe WorldTour per l’EOLO-KOMETA Cycling Team. Un’esperienza, una crescita di apprendimento. Un’esperienza utile per una stagione ancora piena di impegni. Una grande esperienza per il prossimo Giro d’Italia. A San Benedetto del Tronto, nella cronometro finale, un altro nuovo test. Era la prima cronometro per la squadra. Non vedevamo l’ora di vedere in azione John Archibald, un grande specialista.

Il neoprofessionista scozzese è stato il migliore della squadra con il suo tempo di 12’02”. Archibald ha volato a più di 50 km/h, anche se ha finito molto dietro il vincitore, il belga Wout Van Aert. Avrebbe dovuto esordire in questa stagione, alla Vuelta a la Comunitat Valenciana, ma la pandemia ha fatto la sua parte e ha rinviato la gara. Archibald era al debutto ed è stato frenato da una caduta un paio di giorni prima che lo ha costretto a ricevere alcuni punti di sutura nella gamba sinistra.

Dopo Archibald, il secondo tempo è stato quello di Samuele Rivi (12’22”). Il corridore trentino ha messo in mostra le sue capacità di sprinter. Subito dopo di lui è stato Mark Christian (12’22”). Davide Bais (12’46”), Alejandro Ropero (12’56”) e Vincenzo Albanese (13’07”) sono stati gli altri tempi. Nella generale, dove ha vinto lo sloveno Tadej Pogacar, il miglior classificato della squadra è stato Alejandro Ropero (83°). Una grande gara arriva alla fine. Una grande esperienza.

Samuele Rivi: “La mia paura in tutte le tappe di questa Tirreno-Adriatico è sempre stata quella di arrivare fuori tempo massimo! Quindi…anche stavolta sono andato a tutto gas, che comunque mi servirà per mettere chilometri buoni per il futuro. Archivio questi giorni con la soddisfazione di esserci stato, e di aver anche preso parte a una bella fuga: ma più che altro sono contento perché la squadra si è fatta vedere tanto e ha corso benissimo”.

John Archibald: “Io credo che dopo sei giorni di corsa così dura, questo era davvero il massimo che potessi fare: avevo le gambe durissime e ho sofferto per tutti i 10 chilometri, ho fatto più fatica del previsto… Me ne accorgevo ogni volta che affrontavo un dosso sulla strada: di solito li faccio senza accorgermene, stavolta dovevo spingere per superarli. Sono un po’ arrabbiato, ma ho dato tutto e anche la squadra è stata perfetta nel mettermi nelle condizioni di affrontare questa cronometro nel migliore dei modi. Una parola per descrivere questa Tirreno-Adriatico? Wild. Mi avevano detto che era una corsa dura, ma non me l’aspettavo così”.

[   PhotoGomezSport]

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