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Vincenzo Albanese, Luca Pacioni e Samuele Rivi entrano a far parte della EOLO-KOMETA Cycling Team

Il primo progetto sportivo sponsorizzato dalla Fondazione Contador nella categoria ProTeam continua a confermare alcuni dei suoi componenti. Con nove corridori annunciati finora (sette rinnovi, lo spagnolo U23 Arturo Grávalos e il veterano italiano Manuel Belletti), altri tre corridori si uniscono alla EOLO-KOMETA Cycling Team.

I piloti italiani Vincenzo Albanese e Luca Pacioni provengono rispettivamente dal Bardiani-CSF e dall’Androni Giocattoli e in entrambi i casi firmano per una stagione. Il suo connazionale Samuele Rivi arriva dalla Tirol-KTM Cycling Team ed è impegnato per due stagioni.

Vincenzo Albanese.

Professionista dal 2017, Albanese ha sempre sviluppato la sua carriera nella struttura Bardiani-CSF. Quattro stagioni dopo le quali affronta un salto entusiasmante che, confessa, lo motiva molto: “È una sfida che mi motiva molto. Si sta formando un’ottima squadra, anche se ci sono molte facce nuove. Anche se è una squadra nuova, è già una squadra molto organizzata e sta attirando ciclisti molto competenti ed esperti”.

Il ragazzo di Olivetto Citra (1996) è un uomo molto versatile. “Sono un ‘uomo di squadra’. Sono un ‘pasista veloce’. Ma soprattutto, sono un giocatore di squadra. Essendo in una squadra italiana, il mio programma è stato ovviamente molto italiano. E’ vero che continueremo a gareggiare molto in Italia, ma è anche un’occasione per scoprire altre gare. Ho partecipato alla Vuelta a la Comunitat Valenciana, conosco la sfida di Maiorca, nel 2018 ho corso in Andalusia… Mi piace la possibilità di poter competere di più in Spagna”.

Fu proprio a Valencia e sull’isola di Maiorca che ebbe le sue prime esperienze di corsa contro la struttura continentale della Fondazione Contador. “La squadra lascia una bella sensazione. Nelle due gare ha gareggiato molto bene. Lascia dei campioni. Quest’anno sono sicuro che sarà fatto un passo molto importante. E tra i volti nuovi ci conosciamo tutti e abbiamo un buon rapporto. Alla fine non ci sono così tanti corridori italiani, e in alcune gare non ne coincidono nemmeno molti. Penso che sia un bel progetto”.

Luca Pacioni.

“Penso che sia un bel progetto. Si sta formando un’ottima squadra, con livello ed esperienza. Veniamo da una stagione molto strana in cui non abbiamo potuto correre molte gare. Ma fortunatamente abbiamo potuto fare bene in diverse occasioni e si è presentata la possibilità di rafforzare questo progetto. E’ un’occasione meravigliosa”, dice Luca Pacioni (1973).

Professionista dal 2016, il corridore di Gatteo nasce dalla vittoria di una tappa e dall’essere leader nella Vuelta al Tachira. Il suo record comprende vittorie di tappa al Giro della Cina, al Giro di Langkawi e al Giro di Taiwan. “Sono un corridore veloce. Ma non sono il classico velocista che può soffrire in salita. Sono noto per essere in grado di salvare un giorno difficile”, aggiunge.

“Ho avuto l’opportunità di gareggiare in alcune gare dove c’era la squadra, e anche di correre in fuga con loro. Ho sempre trovato che sia una squadra molto ben organizzata. E con un ricco calendario di eventi con le formazioni del World Tour. Vista da fuori, non era certo una tipica squadra continentale.

Samuele Rivi.

“Vedo una grande opportunità per la mia carriera sportiva”, dice il 22enne ciclista trentino (1998) da sempre consapevole degli sviluppi sportivi della squadra continentale: “Ho avuto l’opportunità di condividere i campi di allenamento della squadra italiana con due corridori come Antonio Puppio e Alessandro Fancellu che hanno sempre parlato molto bene del lavoro che si sta facendo qui. Ho avuto l’opportunità di conoscere la qualità di Alejandro Ropero anche nel passato Giro U23. Durante la prima tappa ero in fuga e lui e altri uomini forti mi hanno superato molto velocemente”.

Rivi non osa definirsi un cavaliere: “Sono bravo in pianura, mi difendo su terreni tortuosi e non ho paura neanche delle montagne, dove posso andare bene quando sono in buona forma”.

“Nelle gare in cui abbiamo coinciso con la Kometa l’impressione è stata quella di una struttura molto professionale, con molti mezzi e una buona organizzazione. Era ovvio e si è subito pensato che all’interno della categoria si trattasse di una squadra unica. Penso che sto arrivando in una grande squadra e non vedo l’ora di iniziare a competere”, conclude.

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