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Il primo Monumento nella storia di un giovane progetto che si presenta con il massimo delle illusioni

115º Giro de Lombardía
Como-Bergamo (239 km)

La fine d’oro di un ciclo agonistico in grandi corse con un secolo di vita arriva con un evento speciale, un appuntamento che significherà la prima partecipazione dell’EOLO-KOMETA Cycling Team a uno dei cinque Monumenti dello Sport Ciclistico: il Giro di Lombardia. La ‘Classica delle Foglie Morte’ del 2021 sarà ancora più speciale per il suo percorso impegnativo con più di 4.500 metri di dislivello positivo accumulato.

Il britannico Mark Christian, l’ungherese Erik Fetter e gli italiani Vicenzo Albanese, Davide Bais, Lorenzo Fortunato, Francesco Gavazzi e Edward Ravasi compongono i primi sette della struttura ProTeam della Fondazione Contador in un Monumento. Una squadra che combina gioventù ed esperienza, con corridori capaci di andare in fuga e di difendersi sulle salite. Cinque dei suoi sette corridori sanno cosa vuol dire correre una Monumento e tre di loro hanno precedenti esperienze nella gara lombarda. L’esperienza è sempre una laurea.

Davanti, il peso degli anni, il capitano Francesco Gavazzi. Il ciclista valtellinese affronta quella che sarà la sua trentesima partecipazione a una delle Cinque Monumenti. Gava, che deve solo scoprire la Parigi-Roubaix, torna in un Giro di Lombardia in cui ha iniziato dodici volte. Dieci Milano-Sanremo, sei Liegi-Bastogne-Liegi e un’apparizione alla De Ronde costituiscono il suo interessante curriculum.

“La Lombardia è la Lombardia”, ha sottolineato, avendo appena concluso la centesima edizione della Tre Valli di Varese. “È uno dei classici più importanti del mondo e questo da solo lo rende speciale. È l’ultima grande gara della stagione, con una grande storia alle spalle. Che parta da Como e arrivi a Bergamo o il contrario, è sempre impegnativo. È sempre una gara molto selettiva, ma forse ancora di più quando si arriva a Bergamo perché le salite sono più lunghe e anche più dure. Quest’anno sarà così. E poi, oltre alla durezza, c’è la partecipazione. C’è Pogacar, c’è Roglic… ci saranno i migliori del mondo. È come un nuovo mundiale per la qualità del gruppo. Questo rende il Giro di Lombardia ancora più difficile, ma suscita anche più entusiasmo. Per me, essendo lombardo, è sempre una gara da sognare. Neanche io ho fatto particolarmente bene, soprattutto per motivi altimetrici, ma è sempre una gioia poter correre e speriamo di fare un buon lavoro. Fortunato è forte. Anche Albanese. E con la mia esperienza spero di poterli aiutare nei momenti chiave”.

Gavazzi parla di Lorenzo Fortunato e il corridore bolognese è un gradino sotto. Il ragazzo di Castell de Britti affronta la sua terza partecipazione consecutiva in Lombardia. E non può nascondere la sua impazienza di affrontare la gara questo sabato. È una questione di affinità. “Dopo il Giro d’Italia, la corsa che mi piace di più è il Giro di Lombardia. Penso che sia una gara che mi si addice molto bene. Sono lunghe salite con pendenze regolari. In una stagione così buona per me, questa edizione è ancora più speciale”, ha detto.

A far parte del club di esperti di Monumenti sono Mark Christian, che ha partecipato a due edizioni di La Doyenne (2017, 2018) e Vincenzo Albanese in altre due edizioni della Milano-Sanremo (2020, 2019). Anche il varesino Edward Ravasi correrà in Lombardia per la quarta volta e, vista la sua esperienza nella Liegi-Bastogne-Liegi 2020, affronta la sua quinta monumento. Per Davide Bais ed Erik Fetter, tuttavia, sarà una nuova avventura nelle loro giovani carriere. “Non vedo l’ora di iniziare a gareggiare nella mia prima Monumento”, dice Fetter, che sarà il terzo corridore ungherese a partire nella classica lombarda, un percorso aperto da Csaba Szekeres nel 2001 e seguito da Attila Valter nel 2020. “Penso che sia una delle gare di un giorno più difficili in questo sport, quindi sarà un po’ una sfida per me data la mia giovane età. Il fatto di essere sulla linea di partenza è già una grande felicità ed eccitazione per me. Farò del mio meglio per la squadra e per aiutare i miei compagni di squadra in ogni fase possibile”.

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